Psicologia scolastica

PSICOLOGIA SCOLASTICA

Non passa giorno che sfogliando un giornale o accendendo la televisione non si rimanga colpiti, e forse potremmo dire “rattristati e allarmati”, dalle notizie che giungono dal mondo dei giovani. Il “disagio” (difficoltà relazionali e di apprendimento, ansie di vario genere, bullismo, dipendenze, disagio familiare, etc.) è un termine entrato ormai nel vocabolario di ognuno, ma soprattutto è un problema che affligge e interroga chi lavora con i ragazzi preadolescenti e adolescenti. E’ da qui che nasce il bisogno sempre maggiore di organizzare, in contesti di scuole pubbliche e private, interventi di psicologia scolastica, mirati a prevenire e a supportare le difficoltà dei giovani e degli educatori.

La necessità di offrire ai ragazzi una “relazione di aiuto”, oggi più che mai, diviene elemento fondamentale per la costruzione di una personalità solida e sana del giovane individuo.
A tal fine la psicologia scolastica diviene un proficuo supporto sia in termini di azione preventiva sia di azione curativa.
Gli interventi proposti possono essere attuati sia sul singolo soggetto (ragazzi, genitori, insegnanti e personale non docente) sia sul gruppo classe.

Nell’ambito della psicologia scolastica possono rientrare interventi di:

  • Sportello di ascolto psicologico con colloqui individuali per ragazzi, insegnanti, e famiglie. Lo sportello di ascolto vuole essere uno spazio in cui i diversi utenti possano esprimere i loro vissuti in totale libertà. La definizione di “sportello di ascolto” rende necessaria la sua connotazione non specificamente terapeutica: è uno spazio nel quale si propone il colloquio di counselling, ovvero un tipo di intervento psicologico di breve durata rivolto a persone che non presentano gravi situazioni di psicopatologia. La necessità di garantire la presenza di un esperto in materia psicologica appare, inoltre, fondamentale per evitare la creazione di confusione nei ragazzi, nelle famiglie e negli insegnanti circa la possibilità di ottenere un supporto psicologico adeguato. I soggetti, infatti, devono essere il più possibile liberi di interagire con una figura esterna alla scuola, per poter creare un’alleanza necessaria alla relazione di aiuto.
  • Orientamento scolastico. Il compito relativo alla scelta del percorso scolastico da intraprendere dopo la 3° media è spesso vissuto come un problema molto complesso. I ragazzi sono chiamati in questo periodo della loro vita a prendere una decisione importante circa il loro futuro scolastico/professionale. Nella “scelta” entrano in gioco numerosi e diversi fattori esterni o sociali (situazione economica e politica, andamento del mercato del lavoro, influenza della famiglia e dei mass media) e fattori interni o psicologici (interessi, attitudini, motivazione, caratteristiche di personalità) strettamente connessi fra loro. Da ciò, la necessità di offrire ai ragazzi, che si trovano ad affrontare il problema della scelta di un percorso scolastico/professionale, un supporto orientativo finalizzato a fornire loro quegli strumenti cognitivi, emotivi e relazionali che consentono loro di “auto-orientarsi” e quindi di decidere il percorso più adatto per raggiungere le mete scolastiche o professionali che si sono prefissati.

    L’attuazione dell’intervento prevede l’utilizzo sia di strumenti oggettivi ampiamente collaudati sia del colloquio, ed il raggiungimento di specifici obiettivi, quali:
    · fornire ai ragazzi e alle famiglie informazioni circa l’offerta formativa del territorio;
    · sviluppare nei ragazzi una più approfondita conoscenza di sé, dei propri limiti e delle proprie potenzialità;
    · accompagnare e sostenere i ragazzi e le famiglie nel processo decisionale di scelta della scuola superiore.

  • Corsi di educazione alla sessualità-affettività.
    Il corso di educazione alla sessualità e all’affettività per ragazzi delle classi 1°, 2°, e 3° media riveste una notevole importanza in un’età così fortemente connotata da cambiamenti che investono la sfera identitaria, le trasformazioni del corpo, del modo di pensare, di gestire le emozioni e del rapportarsi alle persone.

    Il corso abbraccerà tematiche differenti in base all’età dei ragazzi cercando nel corso del triennio di affrontare, gradualmente, diversi aspetti relativi all’affettività e alla sessualità dell’individuo, e quindi alla capacità di relazionarsi con se stessi, con i coetanei e con gli adulti.
    Si ritiene oggi giorno sempre più importante educare i ragazzi ad una adeguata affettività/sessualità per fornire loro gli strumenti necessari per evitare di “cadere” nel rischio del disagio personale e sociale. Disagio che può essere tradotto nell’incapacità di relazionarsi in modo adeguato creando in tal modo conflitti, o a volte che può essere conseguenza di uno sbaglio personale, come ad es. un rapporto sessuale precoce vissuto senza piena consapevolezza di sé e delle conseguenze psicologiche e fisiche, e a volte creato dalla non curanza dei mass media (es. pornografia), dal comportamento patologico di altri soggetti (es. abuso), dalla scarsa capacità di ascolto della famiglia (es. non riconoscimento di situazioni di violenza fisica e psicologica evidenziata dai figli, o la non capacità di comunicare tra le mura domestiche). Durante gli incontri si utilizzeranno metodi interattivi in grado di creare un clima di coinvolgimento degli alunni, come ad es proiezione di lucidi, lavori in piccoli gruppi, discussioni e confronti, stesura di domande anonime, ecc.

  • Corsi formativi per genitori ed insegnanti

    relativi a diverse tematiche di natura pedagogica-psicologica, come ad esempio approfondimenti rispetto alle dinamiche psicologiche del preadolescente e dell’adolescente, alla gestione della relazione educativa, agli spetti comunicativi, ……

  • Assessment cognitivo, emotivo, comportamentale

    con il fine di approfondire la conoscenza dei ragazzi, e quindi di supportarli in termini formativi e psicologici durante il percorso di studio. L’intervento prevede l’acquisizione di informazioni riguardanti i seguenti aspetti:
    · abilità cognitive sviluppate dal ragazzo: indicano le potenzialità, presenti in diversa misura da soggetto a soggetto, a riuscire bene in determinati compiti;
    · l’autostima intesa in termini multidimensionali: relazione interpersonali, competenza di controllo dell’ambiente, emotività, successo scolastico, vita familiare, vissuto corporeo. L’autostima si sviluppa a partire dalla prima infanzia quando nei bambini comincia a formarsi un’identità e un concetto di sé; è in età infantile che si gettano le basi della percezione che si avrà di sé nel corso della vita. In questo contesto il soggetto mette in atto un processo di valutazione, positiva o negativa, nei confronti delle sue qualità. Tale processo può esprimersi sia come sopravvalutazione che come autosvalutazione, a causa di un’errata considerazione che ciascuno può avere di se stesso rispetto agli altri e in relazione alla situazione in cui si trova ad operare. E’ molto importante essere consapevoli del fatto che la stima di sé influenza il nostro comportamento, il nostro modo di pensare, le nostre relazioni sociali, la nostra efficienza sul lavoro, la nostra vita affettiva. Più l’autostima è alta, più siamo fiduciosi negli altri e più questi ci dimostrano la stima che hanno nei nostri confronti. Più, viceversa, l’autostima è bassa, più siamo pessimisti, severi e critici nei nostri confronti, non riusciamo ad affrontare situazioni stressanti.
    -Caratteristiche di personalità che correlano con il successo/insuccesso scolastico.

Per informazioni e appuntamenti: Cathia Aldeghi – Psicologa – cell 349 3572072 – e-mail: aldeghicathia@tiscali.it